Si punta ad un nuovo anno diverso con la possibilità della riapertura delle scuole a partire dal prossimo 7 gennaio: ecco cosa sta accadendo.
Si lavora per quanto riguarda il ritorno degli alunni nelle scuole per il prossimo anno. Un obiettivo non impossibile da raggiungere e che garantirebbe a tal proposito di accantonare la tanto odiata Didattica a Distanza. Quest’ultima discussa e oggetto di lavoro tra l’attuale Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ed le Regioni interessate.
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Rispetto agli scorsi mesi in cui il ritorno a scuola era mal visto dai governi regionali, ora arriva la conferma dallo stesso Ministro che l’intesa c’è: “Felice per l’intesa siglata con Regioni, Province, Comuni. Studentesse e studenti delle scuole secondarie finalmente potranno tornare a scuola. Ce lo avevano chiesto. È giusto che possano farlo grazie all’impegno di tutte le istituzioni coinvolte”.
Ecco quindi che le problematiche sembrano potersi risolvere con decisioni diverse in base alla capienza, la Regione e diversi parametri imposti dal Governo. Se per il ritorno in classe della primaria e l’infanzia era già scattato in passato, ora toccherà quindi anche alle scuole superiori. La stessa decisione è stata presa anche in accordo con i comuni e province in Conferenza Unificata.
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Si prevede in una prima fase il rientro il 7 gennaio del 50% di alunni. Una percentuale che si alzerà giorno dopo giorno, fino ad arrivare al 75%. Così che il totale del 100% verrà raggiunto una volta che il Ministro della Salute Roberto Speranza lo riterrà opportuno in base a come si sviluppa l’evolversi del contagio da Coronavirus.
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A pronunciarsi in merito al ritorno tra i banchi ci ha pensato anche il premier Giuseppe Conte. Quest’ultimo ha riferito che: “Con le prefetture a livello provinciale c’è un tavolo dei ministri da giorni per coordinarsi e trovare soluzioni flessibili. Ho raccomandato perché ci sia un’apertura differenziata scuola per scuola, paese per paese”.
“Nel segno della flessibilità: è l’unica possibilità che abbiamo per evitare criticità che si concentrano anche sui trasporti“: così ha infine concluso lo stesso numero 1 del Governo.
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