Antonino Cannavacciuolo rivela tutto in pubblico: “Braccia blu per le mazzate…”

Antonino Cannavacciuolo confessa di aver preso mazzate da piccolo. Ecco la sua storia nel dettaglio.

 

In molti lo conoscono per la sua partecipazione come chef a Masterchef, programma che conduce insieme ad altri tre chef stellati, eppure Antonino Cannavacciuolo nel suo passato nasconde episodi che lo hanno segnato parecchio. Nasce a Vico Equense, in provincia di Napoli, ma la gavetta lo porta un po’ ovunque. Il suo ristorante Villa Crespi ha ottenuto ben due stelle Michelin.

Cannavacciuolo
Antonino Cannavacciuolo insieme al Presidente del Napoli calcio – Getty Images

Per quanto riguarda la sua vita privata, è sposato con Cinzia Primatesta, da cui ha avuto due figli. Ma, prima del successo stellato in tv Antonino Cannavacciuolo ha avuto una vita fatta di sacrifici e botte prese. Vediamo nel dettaglio di cosa la sua storia.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE —> Antonino Cannavacciuolo e la sua passione dopo il lavoro: “Ecco cosa adoro fare…”

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE —> Antonino Cannavacciuolo e l’enorme dimagrimento: “Il dottore mi ha detto che…”

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE —> La passione per la cucina fin da bambino, oggi è uno chef stellato: ecco chi è

Antonino Cannavacciuolo si confessa e ammette di aver preso botte da piccolo sul posto di lavoro

Cannavacciuolo
Lo chef Antonino Cannavacciuolo (immagine presa dal profilo Instagram dello chef)

Prima di arrivare ad essere uno chef di successo, Antonino Cannavacciuolo ne ha dovuta fare di strada. E lo racconta in un’intervista al Corriere della sera, dove dice: “Sono andato a lavorare in cucina a 13 anni e mezzo. La notte tornavo a casa con spalle e braccia blu per le mazzate che mi rifilava uno chef. Mia mamma voleva protestare. Mio padre disse: Se gliele ha date, significa che se le meritava. Ora quello chef lo arresterebbero per maltrattamenti. A me è servito”.

Insomma, un passato non facilissimo per la stella Michelin. E, come se non bastasse, a metterci il carico da 90 c’era anche il padre molto rigido. “Da ragazzino mi veniva la febbre per la fatica e mio padre mi mandava a dormire in macchina. Solo una volta mi portò in ospedale perché avevo le gambe gonfie appunto come prosciutti” ha aggiunto.

Proprio per quello che ha passato lo chef è contro le lamentele degli aspiranti chef, perché purtroppo in questo lavoro si devono tenere in conto la frustrazione e la fatica. “Non ne posso più di questo coro di lamenti. La protesta a volte è giusta; ma il lamento non serve a niente. Non stai bene in un posto? Vattene e prova da un’altra parte. Chi trova un bravo apprendista non lo manda via” ha detto in ultimo.

Impostazioni privacy