Vaccini, Draghi punta su una dose ma esplode la polemica

Una sola dose dei vaccini sembra esser preferita dal neo presidente del consiglio, Mario Draghi, ma la polemica prende subito piede per questa sua scelta.

Le parole di Draghi alla Ue
L’intervento di Draghi alla Ue (Il Messaggero)

I vaccini anti Covid-19 possono essere somministrati fino a tre volte ma il premier Mario Draghi, per ora, sembra punti soltanto ad un’unica dose. Questa è la linea politica seguita dal governo britannico da cui il primo ministro italiano vuole prendere spunto.

Sembra che il richiamo al vaccino rallenti di molto l’estensione della platea di cittadini vaccinati. Il rallentamento, da parte delle case farmaceutiche, nella distribuzione dei vaccini costringe quindi il governo a rivedere le politiche vaccinali.

Durante il recente incontro con il consiglio europeo, il nuovo presidente del consiglio italiano ha valutato in negativo l’atteggiamento delle case farmaceutiche. Purtroppo però, pare non ci sia modo di pressare i distributori del vaccino, per via del contratto stipulato che non prevede sanzioni in caso di ritardi nella distribuzione.

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Secondo Mario Draghi, le politiche vaccinali europee, incentrate sulla somministrazione di più dosi, sono in discussione

Il vaccino per fermare i contagi da Covid-19
Somministrazione del vaccino anti Covid-19 (Il Messaggero)

L’Unione europea sembra in ritardo nella distribuzione dei vaccini. Le parole di Draghi, durante il Consiglio d’Europa e per la prima volta da presidente del consiglio italiano,  sono mirate a modificare le politiche vaccinali.

Secondo il punto di vista di Draghi, le case farmaceutiche, in futuro, se non accelerassero i tempi nella distribuzione dei vaccini, potrebbero vedersi bloccate le esportazioni dall’Ue. Sono parole forti quelle usate dall’ex presidente della Banca centrale europea che, oltre a tirare le orecchie alle case farmaceutiche, consiglia vivamente di acquistare anche vaccini fuori dal vecchio continente.

Ad ora, i vaccini utilizzati in Italia sono Astrazeneka, Moderna e Pfizer. Questa scelta è da intendersi ad una politica vaccinale incentrata sulla somministrazione di due dosi, che sono quelle consigliate da queste case farmaceutiche. L’idea è quella di rinviare la seconda dose per poter permettere a più persone possibili di potersi vaccinare.

Le alternative monodose sono quelle di Reithera, casa farmaceutica italiana in ritardo nella corsa alla distribuzione, e di Johnson&Johnson, a cui è stato dato il via libera dagli esperti ma soltanto in questi ultimi giorni.

In effetti, il Comitato consultivo della Fda, Food and Drug Administration statunitense, ha raccomandato la commercializzazione del vaccino Johnson&Johnson. Si attendono gli ultimi passaggi di approvazione e poi questo vaccino potrebbe diventare il terzo messo in commercio negli Stati uniti.

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