Ricciardi: Ecco come dovrebbero essere fatte le restrizioni anti-Covid

Il consulente del ministro Speranza, Walter Ricciardi, racconta la reale efficacia delle restrizioni anti-Covid e le illustra in termini percentuali. I dati presentati da Ricciardi sono quelli dello studio dell’Università di Edimburgo.

Walter Ricciardi
Walter Ricciardi Fonte: Google

Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, Roberto Speranza, ha espresso il suo parere in merito alle restrizioni volute dall’esecutivo per placare l’impennata di contagi che si è registrata nelle ultime settimane.

“Le misure restrittive messe in campo dal governo, con il Dpcm del 25 ottobre, avranno con tutta probabilità un’efficacia limitata, in particolare in quelle zone dove la trasmissione del virus è esponenziale, ossia con un tasso di contagio pari o superiore a 2,5” spiega Ricciardi.

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“Un tasso di contagio così elevato fa sì che ogni due o tre giorni si assista ad un raddoppio del numero degli infetti in quell’area” continua il professore “e questo rischia di essere un fattore negativo determinante per lo stress delle strutture sanitarie”.

Secondo il consulente di Speranza, il solo modo per proteggere il Paese è attuare contemporaneamente le misure che andremo ad analizzare.

Le restrizioni che andrebbero messe in campo subito secondo Ricciardi:

Walter Ricciardi
Walter Ricciardi Fonte: Google

Ricciardi affida la sua riflessione ai dati emersi dallo studio dell’Università di Edimburgo e pubblicato su Lancet, che ha messo a confronto le misure restrittive adottate da 131 Paesi e ne ha valutato l’efficacia sulla riduzione dell’indice di contagio in termini percentuali.

Il consulente di Speranza spiega che per Paesi a rischio ‘crollo’ per il numero troppo elevato di nuovi casi, come Francia, Spagna e Italia, la sola soluzione sono i lockdown mirati nelle zone in cui il tasso di contagio è particolarmente alto.

Ecco la ricetta per dimezzare il tasso di contagio:

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Il lockdown rallenta il contagio del 24% e la chiusura delle scuole, in favore della didattica a distanza, può rallentarlo per un altro 15%.

Lo smart working obbligatorio per tutte quelle attività che lo possono praticare, contrasterebbe la diffusione del Coronavirus per il 13%, arrivando così al 50-55%.

Un’altra misura da adottare è quella che riporta la capienza dei mezzi pubblici al 50%, che contribuirebbe con un ulteriore 7% alla discesa del tasso.

“In soli 8 giorni sarebbe già possibile vedere in risultati e l’indice di contagio sarebbe dimezzato” rassicura Ricciardi.

Secondo l’esperto “Siamo in ritardo di due settimane su questa efficace tabella di marcia, ma potrebbe non essere ancora troppo tardi“.

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