La crisi economica imperversa in Italia con le aziende praticamente in ginocchio, ma intanto si valutano nuove chiusure fino a Pasqua.
Con la venuta al comando al Governo di Mario Draghi la speranza della popolazione era di trovare una soluzione alla crisi incombente. Ciò che invece emerge è un quadro molto diverso e che prevede nuove chiusure fino alla festività di Pasqua. Opzione che la popolazione respinge, soprattutto perché ad un anno dall’avvio di una pandemia, la situazione è sempre più drammatica.
In corso quindi il vertice tra Governo e Regioni per scegliere in maniera oculata cosa fare per il futuro: scopriamo insieme lo scenario prospettato.
Il quadro sul nuovo Dpcm in Italia
Pronta la bozza del nuovo Dpcm che dovrà essere presentato in questi giorni, per rendere note le nuove misure che andranno in vigore dal 5 marzo, quando scadrà il Dpcm ora in vigore. In mattinata si è svolto l’incontro tra il Ministro della Salute Speranza e la ministra degli affari Regionali, Mariastella Gelmini. Sul tavolo diverse proposte per contrastare l’emergenza sanitaria. “L’Italia resta chiusa almeno fino a Pasqua. Serve ancora un altro sforzo”: così Roberto Speranza che gela quindi chi aveva ipotizzato un allentamento delle misure restrittive.
In merito al confronto con le Regioni si è invece espressa la Gelmini: “Per l’esecutivo Draghi è fondamentale il dialogo, in modo da lasciare ai cittadini il tempo necessario per poter organizzare la propria vita”. Viene poi precisato che il sistema a fasce verrà mantenuto: “Decisione necessaria per evitare il lockdown generalizzato”.
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Tavolo tecnico e contatti costanti con le Regioni
Viene poi sottolineato dal Ministro Gelmini: “Gli incontri saranno sempre piu frequenti e costanti”. Chiariti pure i parametri che punteranno sempre sulla divisione a fasce delle Regioni attraverso i colori, ma con criteri più chiari. “Per avere un quadro preciso ci vorrà un Tavolo Tecnico. In ogni caso, per rendere più agevole la programmazione delle attività economiche, le chiusure non entreranno più in vigore di domenica ma di lunedì“.
Una situazione quindi non facile da gestire e che naturalmente va incidere anche e soprattutto sulla popolazione che vorrebbe poter tornare a lavorare, ma che invece si trova ancora una volta a scontrarsi con chiusure e restrizioni.
