Economia, si vive un crollo in attesa dei fondi dell’Unione Europea

La situazione legata al Coronavirus ha avuto anche un effetto decisamente pesante sul Coronavirus. Il ritardo dei negoziati per il bilancio, blocca anche il Recovery Fund con a rischio i posti di lavoro.

Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse – Giuseppe Conte e Ursula von der Leyen

Tutto va a rilento in questo momento con il trasferimento di fondi relativi e al Recovery Fund e più in generale questo mette a rischio vite umane anche per quanto riguarda i posti del lavoro e non solo l’emergenza sanitaria. Viene lanciato un appello dal Comitato delle Regioni con un appello netto “Il Parlamento Europeo e tutti i negoziatori trovino un compromesso per il bene di tutta l’Europa e dei cittadini e della sua ripresa. I fondi Ue devono essere vincolati. Non ci sono misure e un’accelerazione rischiano di portare conseguenze”.

Cosa preoccupa di più? Il Pil del 2020 da un segnale di allarme con il rimbalzo del terzo trimestre che non eviterà una flessione attorno al 10/11%. Il rischio è che ci siano delle ripercussioni non di poco tempo. Consumi e investimenti sono frenati con il 2022 che è diventata la data per l’avvio di una ripresa sostenuta che potrebbe permettere a trovare una strada per ripartire. Ci troviamo di fronte a una situazione mai vista prima e servirà vivere tutto con maggiore strategia e attenzione.

Turismo in forte crisi

Continua la crisi e si scuote il comparto dell’ospitalità. Sono ben cinquantamila le imprese del settore che rischiano il fallimento a causa della perdita di quella che è una certa compattezza dal punto di vista finanziario. Si parla di circa una contrazione del fatturato di 12 miliardi di euro. Si registra sul turismo un calo del 70% degli stranieri nel mese di agosto. Si deve considerare infatti che il paragone con il 2019 è impressionante e porta a un calo proprio del 70% in questi termini creando preoccupazione e dissenso.

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Si arriva poi a parlare dei ristoratori. Entro la fine dell’anno si potrebbe parlare di circa 50mila chiusure un numero impressionante che creerà difficoltà quantomeno pari a quelle viste per quanto riguarda l’emergenza legata al Coronavirus.

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