Scopri quali segnali possono indicare disturbi della tiroide, l’importanza dei controlli periodici e le terapie disponibili per prevenire complicanze gravi.
La tiroide, ghiandola endocrina di fondamentale importanza, agisce come un vero e proprio direttore d’orchestra per il nostro organismo. Regola numerose funzioni vitali, tra cui il metabolismo, la temperatura corporea, il sonno, il sistema nervoso e la frequenza cardiaca.

Per questo motivo, non può essere trascurata, soprattutto quando compaiono sintomi che potrebbero indicare una patologia tiroidea, condizione molto diffusa e spesso silenziosa.
I segnali da non sottovalutare per una diagnosi tempestiva
La quotidianità frenetica induce spesso a ignorare piccoli segnali che il corpo invia come allarme. Le alterazioni della tiroide non sempre si manifestano con sintomi evidenti, per questo è fondamentale sottoporsi a controlli regolari, soprattutto in presenza di una familiarità per patologie tiroidee. Le problematiche relative alla tiroide si dividono in due grandi categorie: patologie strutturali e alterazioni funzionali.

Nel primo caso, si parla di noduli o cisti tiroidee. I noduli possono essere solidi, misti o liquidi (questi ultimi definiti cisti), benigni o maligni, singoli o multipli (come nel caso del gozzo multinodulare). Questi possono raggiungere dimensioni tali da comprimere organi vicini, come la trachea, causando difficoltà respiratorie. Sebbene le cisti abbiano un basso rischio di malignità, possono comunque provocare sintomi compressivi significativi. Per questo motivo, è essenziale una diagnosi accurata per escludere la presenza di tumori.
Le alterazioni funzionali, invece, riguardano lo squilibrio nella produzione di ormoni tiroidei, che può portare a ipertiroidismo o ipotiroidismo. Nell’ipertiroidismo, il metabolismo accelera: si manifestano tachicardia, palpitazioni, tremori, sudorazione e perdita di peso. Al contrario, nell’ipotiroidismo, il metabolismo rallenta, causando stanchezza, intolleranza al freddo, rallentamento cardiaco, aumento di peso e, in casi gravi, edema.
Non sempre i sintomi delle malattie tiroidee sono chiari o immediatamente riconoscibili. La Dott.ssa Valeria Cenci, endocrinologa presso il San Pier Damiano Hospital di Faenza, sottolinea che molti segnali sono aspecifici e possono confondersi con altre patologie, rendendo indispensabile un’accurata valutazione medica.
Tra i sintomi più frequenti si annoverano:
- Variazioni del peso: perdita in caso di ipertiroidismo, aumento in ipotiroidismo avanzato.
- Debolezza e stanchezza: persistente anche dopo un adeguato riposo.
- Disturbi psico-intellettivi: nervosismo, insonnia e sbalzi d’umore nell’ipertiroidismo; difficoltà di concentrazione, sonnolenza e rallentamento del pensiero nell’ipotiroidismo.
- Alterazioni della tolleranza termica: intolleranza al caldo con ipertiroidismo, al freddo con ipotiroidismo.
- Modifiche nell’attività cardiaca: tachicardia e palpitazioni in eccesso di ormoni tiroidei, bradicardia e affaticamento cardiaco in caso di ridotta funzione tiroidea.
- Disturbi intestinali: diarrea o feci poco formate nell’ipertiroidismo, stipsi nell’ipotiroidismo.
- Problemi ginecologici: alterazioni del ciclo mestruale e difficoltà di concepimento, con una correlazione ormai accertata tra tiroide e fertilità femminile.
Per una valutazione completa della tiroide, gli esami di base includono il dosaggio nel sangue di TSH, fT3 e fT4, fondamentali per valutare la funzione ormonale. Il metodo del dosaggio reflex del TSH permette di ottimizzare le risorse, analizzando gli ormoni tiroidei solo se il TSH risulta alterato.
L’ecografia tiroidea è un esame non invasivo e privo di radiazioni che consente di identificare noduli e altre anomalie strutturali. In caso di noduli sospetti, si può ricorrere all’agoaspirato, un prelievo citologico che distingue tra noduli benigni e maligni. Ulteriori esami di secondo livello comprendono il dosaggio degli autoanticorpi tiroidei per individuare eventuali malattie autoimmuni e la scintigrafia tiroidea, utile per valutare la funzionalità delle diverse aree della ghiandola.
Le opzioni terapeutiche variano a seconda della natura della disfunzione. L’ipotiroidismo si cura con la somministrazione di levotiroxina, ormone sintetico che sostituisce quello mancante e può essere utilizzato in sicurezza anche in gravidanza e nei bambini. L’ipertiroidismo viene trattato con farmaci antitiroidei, salvo casi che richiedano interventi chirurgici o terapie radiometaboliche. Il monitoraggio regolare della tiroide è indispensabile per prevenire complicanze e garantire una buona qualità di vita, soprattutto quando vi siano fattori di rischio o sintomi sospetti.