Attenzione al rischio tsunami che preoccupa gli esperti: ecco cosa sta succedendo, tutti i dettagli e le curiosità
Un antico vulcano sottomarino, situato al largo dei Campi Flegrei, sta attirando l’attenzione della comunità scientifica per il potenziale rischio di eventi sismici e tsunami associati alla sua attività. Questa scoperta, frutto di recenti ricerche geologiche e oceanografiche, solleva nuovi interrogativi sulla pericolosità del sistema vulcanico campano, tradizionalmente considerato tra i più attivi e delicati al mondo.

Gli esperti hanno identificato una struttura vulcanica sottomarina, risalente a diverse decine di migliaia di anni fa, che si trova a poche decine di chilometri dalla costa campana. Questo antico vulcano, sebbene non sia attualmente attivo in termini di emissioni magmatiche, presenta caratteristiche morfologiche che ne evidenziano il potenziale di instabilità. In particolare, la sua posizione e la natura dei sedimenti circostanti suggeriscono che un possibile collasso laterale potrebbe generare onde di maremoto di notevole entità.
Le analisi geofisiche condotte attraverso rilievi sonar e campionamenti di fondali hanno permesso di ricostruire la storia eruttiva della struttura sottomarina, evidenziando fasi di intensa attività vulcanica e periodi di relativa quiete. La presenza di fratture e faglie attive nelle immediate vicinanze del vulcano sommerso contribuisce a mantenere alta l’attenzione degli studiosi, soprattutto in considerazione della densità abitativa e del patrimonio culturale situati lungo la costa campana.
Il confronto con i Campi Flegrei e le implicazioni per la sicurezza
Sebbene i Campi Flegrei rappresentino da decenni un monitoraggio costante per la protezione civile, la scoperta di questo vulcano sommerso amplia lo scenario di rischio vulcanico nella regione. Gli specialisti sottolineano come una possibile eruzione o un collasso di grandi dimensioni di questo vulcano sottomarino potrebbe innescare fenomeni di tsunami capaci di raggiungere rapidamente le coste di Napoli e delle aree limitrofe.

Le simulazioni modellistiche basate sui dati attuali indicano che onde di maremoto generate da un evento del genere potrebbero superare diversi metri di altezza, causando impatti significativi sulle infrastrutture costiere e sulle comunità residenti. Di conseguenza, si rende necessario un potenziamento delle reti di monitoraggio sottomarino e un aggiornamento dei piani di emergenza, integrando anche scenari di rischio legati a questo nuovo elemento geologico.
Il ritrovamento del vulcano sommerso al largo dei Campi Flegrei ha aperto nuove prospettive per la ricerca vulcanologica e per lo studio della geodinamica marina dell’area tirrenica. I team di ricerca internazionali stanno pianificando campagne di indagine più approfondite, volte a comprendere meglio la composizione del magma residuo e la stabilità delle strutture rocciose.
Sarà inoltre fondamentale integrare i dati geologici con le osservazioni sismiche e idrodinamiche per sviluppare modelli predittivi sempre più affidabili, capaci di anticipare scenari di rischio con un sufficiente margine di tempo. Solo con un approccio multidisciplinare sarà possibile garantire una gestione efficace della sicurezza e della protezione civile nell’area, tutelando sia le popolazioni sia il patrimonio storico e ambientale della Campania.