Tiziano Ferro e la guerra personale: “Rinchiuso in un ospedale psichiatrico”

Tiziano Ferro da oltre 20 anni è uno dei cantanti pop che a livello internazionale rappresenta al meglio la musica italiana. Un grande artista che, però, deve lottare ogni giorno con se stesso in una vera a propria guerra personale.

Al suo attivo ci sono ben otto album tutti di grande successo, tra i quali una raccolta di cover magicamente interpretate dalla voce di Latina. Nel corso della sua carriera ha venduto oltre 20 milioni di copie nel mondo, prevalentemente in Europa e in America Latina.

 

Tiziano Ferro ha confessato le sue debolezze ma anche le sue forze

Il suo album di debutto Rosso relativo, con oltre due milioni e mezzo di copie vendute nel mondo, è uno dei dischi italiani più venduti della storia, mentre il quarto e il quinto album, Alla mia età e L’amore è una cosa semplice, sono stati i dischi più venduti in Italia rispettivamente nel 2009 e nel 2012.

Tiziano Ferro e la guerra personale

Tiziano Ferro sorride
La gravissima dipendenza (foto web)

Un successo enorme che non basta per rendere la vita di Tiziano Ferro totalmente serena perché, come lui stesso ha raccontato, è sempre alle prese con una guerra tutta personale, un’insicurezza che a volte lo blocca.

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Tra le sue qualità c’è il saper accettare le critiche come lui stesso ha ammesso, in caso contrario, ha detto, “mi sarei rinchiuso in un in un ospedale psichiatrico se non avessi avuto una buona relazione con le critiche”. Certamente c’è modo e modo di criticare ma, Tiziano, ha sempre rispettato i pareri di tutti rimanendo amico anche di chi ha pronunciato parole negative sul proprio lavoro, d’altronde “capita di essere in disaccordo con la madre, i fratelli e gli amici e di restare comunque in ottimi rapporti”.

Quello che proprio non va giù a Tiziano Ferro sono gli hater social con patentino da giornalista, coloro che criticano solo per attirare l’attenzione e per distruggere gli artisti, qualcosa che il cantante di Latina trova triste ed assolutamente fuori luogo: “La critica in quanto tale ci sta, ma c’è chi insegue la carriera dell’hater soltanto per distinguersi dai colleghi”.

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