Vladimir Luxuria fuori di se: “Aveva gia sofferto abbastanza”

Vladimir Luxuria, l’ex parlamentare del Governo Prodi eletta nel 2006, si è espressa sul tragico accaduto di qualche giorno fa 

Vladimir Luxuria

E’ ad Andria che viene trovata morta la quarantanovenne Gianna, transgender che viveva sola da sempre nella sua umile abitazione nel centro storico.

Non è chiara la dinamica dell’accaduto, forse una caduta: è stata trovata di Domenica da sola, in condizioni estremamente critiche. Inutile il tentativo di portarla al pronto soccorso, non è stato possibile nessun intervento.

Un’esistenza fragile e in totale solitudine quella della donna che soltanto all’anagrafe si chiamava Giovanni. Una vita amara, fatta di offese e violenze. Inoltre si prostituiva per pochi spiccioli, viveva di questo.

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Vladimir Luxuria

La vicinanza di Vladimir Luxuria, che discrimina la stampa

La stampa locale ha pubblicato la notizia definendo la vittima “il travestito conosciuto in città”. E’ qui che Vladimir Luxuria discrimina la stampa pubblicando una foto sui social, dichiarando che è stata mortificata la morte di una donna che durante la sua vita “aveva gia sofferto abbastanza”.

L’ex parlamentare aveva incontrato Gianna anni prima, durante la campagna elettorale a sindaco di Laura di Pilato ad Andria.

E’ con le sue parole che emerge la vicinanza alla triste vicenda: “Gianna, ti ho conosciuta ad Andria grazie a Laura Di Pilato. I tuoi occhi erano di rimmel impastato di lacrime, solo perché eri transessuale ti hanno insultata e scartata, ti hanno fatta cadere tante volte e ti sei rialzata, ma adesso per una caduta fatale non ce l’hai fatta”.

La città fragile

Una città che ha spesso manifestato esperienze di dolore e difficoltà, come ha voluto sottolineare la sindaca Giovanna Bruno, commentando: “La nostra città ha tante e diverse fragilità con storie che vengono anche da lontano. Storie molto diverse tra loro ma spesso con un denominatore comune: sofferenza, solitudine, tristezza, precarietà sociale o fisica. La città di fronte a ciò a volte si indigna, a volte respinge. In alcuni casi è solidale, in altri si fa giudice. Storie di vita, su cui in tanti si arrogano il diritto di intervenire per sentenziare, per creare tifoserie o per strumentalizzare. Apprendo con tristezza che una di queste fragilità cittadine non c’è più: Gianna”.

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