Sigaretta “letale”: il Dna lo incastra dopo 14 anni

Dopo 14 anni è stato incastrato dalle forze dell’ordine per il reato commesso: fondamentale il dna ritrovato sul luogo del reato.

dna stupro carabinieri (web source)
dna stupro carabinieri (web source)

Un caso risolto dopo 14 anni: a Milano nella giornata di oggi ha potuto ‘esultare‘ una dona in seguito all’arresto di un uomo. Quest’ultimo accusato di stupro e mai incastrato dalle forze dell’ordine. Si tratta di un episodio che probabilmente non ha alcun precedente nella storia, soprattutto per come è stato ‘beccato‘.

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Dobbiamo andare indietro nel tempo, al 20 agosto 2006, per raccontare quanto accaduto. Alle 6 del mattino la donna si presentò in clinica completamente sotto shock, raccontando di essere stata aggredita da uno sconosciuto. Bloccata e portata in una zona isolata, ha abusato di lei portandole anche via una catenina d’oro, 20 euro ed il cellulare che aveva con sé. Nonostante la denuncia repentina, il caso era più intricato che mai.

Le indagini poi sono state archiviate

dna stupro carabinieri (web source)
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Le indagini, andate avanti per diverse settimane, erano state archiviate per mancanza di prove. Una decisione irrevocabile, siccome la donna non aveva nessun indizio che potesse portare sulla ‘tracce dell’uomo’. In tutto ciò la Polizia Scientifica durante il proprio lavoro di ricerca ha raccolto mozziconi di sigaretta su cui il Dna era identico a quello emerso dal tampone vaginale della donna.

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Nulla era stato possibile fare e quindi con le indagini archiviate il tutto sembrava scivolare nel vuoto. A distanza di 14 anni arriva l’episodio che ha portato alla svolta. Il Ris di Parma ha comunicato che la Banca Dati Nazionale Dna aveva rilevato un Dna maschile uguale a quello dell’epoca durante i tamponi eseguiti a San Vittore. Riaperte di conseguenza le indagini.

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La svolta a distanza di 14 anni grazie al Dna

dna stupro carabinieri (web source)
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Per l’uomo, un 49enne di origini algerine, accuse di violenza sessuale e rapina aggravata. Per lui inoltre l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Tommaso Perna. Un caso che si è potuto riaprire grazie ad un particolare episodio e conclusosi quindi con l’arresto dell’uomo.

Una grande soddisfazione per la donna che tanto ha sofferto in questi anni, ma che mai ha avuto a sua disposizione un indizio rilevante. Poi la svolta che ha permesso quindi di far giustizia e di condannare l’algerino per il gravissimo atto compiuto.

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