Coronavirus: aumento disoccupazione giovanile nel post lockdown

Coronavirus: I dati dell’Istat hanno evidenziato un aumento della disoccupazione giovanile, problema da molto tempo presente in Italia.

disoccupazione giovanile (websource)

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Con il termine disoccupazione giovanile si fa riferimento ai ragazzi under 29 in stato di disoccupazione e che non risultano nemmeno registrati alle università o a corsi formativi. Questo è un problema che affligge molti in Italia ma anche in Europa. La necessità di trovare una soluzione a questo problema ha portato gli stati membri sei anni fa lanciarono un programma continentale noto in Italia come garanzia giovani. 

Il bilancio dell’Anpal, Agenzia Nazionale delle Politiche Attive, parla chiaro. 1,6 milioni di iscritti ma di questi poco più di un milione sono stati presi in carico dai servizi per l’impiego. I numeri però ci dicono che solo il 50% dei giovani ha trovato un impiego entro i 12 mesi dalla presa in carico. I programma, seppur in piccola parte, è riuscito ad attenuare gli effetti negativi sulla disoccupazione giovanile che ha avuto il lockdown.

Tuttavia a partire da marzo questa iniziativa ha dovuto subire dei rallentamenti sempre dovuti al Covid-19 e al calo delle iscrizioni e delle prese in carico che si sono riscontrate, rispettivamente del 66% e del 73%. I dati sulla disoccupazione giovanile sono sempre stati abbastanza preoccupanti. Finalmente sembrava poterci essere una piccola soluzione ma questa pandemia oltre alla crisi ha fatto emergere nuove problematiche.

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Coronavirus: dati Istat disoccupazione giovanile

Secondo i dati Istat sul mercato del lavoro dell’ultimo trimestre i dipendenti a termine che nell’arco dell’ultimo anno hanno perso il lavoro sono passati dal 16,9% del terzo trimestre del 2019 al 23,3% dello stesso periodo dell’anno corrente. Mentre molto più ridotta è stata la transizione al lavoro stabile che è passata dal 23,9% al 22,4%.

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In questa statistica rientrano un gran numero di “minoranze” che più di altri hanno risentito di queste statistiche. Rientrano in questa statistica proprio i lavoratori ritenuti “giovani”che vedono il loro tasso di disoccupazione avere un netto aumento passando dall‘8,8% al 12,8%.

Tutto questo va a gravare su uno dei più grandi problemi che il nostro paese ha avuto negli ultimi anni che fa classificare l’Italia al terzo posto in Europa. Tra le nazioni con le percentuali più alte di giovani tra i 15 ed i 24 anni che non possiedono un impiego prima dell’Italia vengono solo Grecia e Spagna.

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