Le multe sulle strisce blu rappresentano una delle sanzioni più comuni per gli automobilisti nelle città italiane, ma non sempre è obbligatorio pagare senza opporsi.
Diverse circostanze consentono infatti di contestare la sanzione e ottenere l’annullamento della multa, evitando così di spendere denaro inutilmente.

Scopriamo insieme in quali casi è possibile procedere con il ricorso e quali sono i motivi più frequenti di invalidità della sanzione.
Quando è possibile contestare una multa sulle strisce blu
Le strisce blu indicano generalmente una zona di parcheggio a pagamento, vigilata da appositi parcometri o sistemi digitali. Tuttavia, non sempre la semplice presenza del verbale implica l’obbligo di pagare. Secondo la normativa vigente e la giurisprudenza consolidata, sono diverse le situazioni in cui la multa può essere annullata.
Innanzitutto, bisogna verificare che la segnaletica orizzontale e verticale sia presente, ben visibile e conforme alle norme. La mancanza di un cartello che indica la necessità di pagare il parcheggio o un errore nella segnaletica può rappresentare un valido motivo di ricorso. Allo stesso modo, se il parcometro è guasto o non funzionante, e non vi è alternativa per il pagamento elettronico, la sanzione può essere impugnata.

Un altro caso frequente riguarda la mancata esposizione del ticket di pagamento. Se si è certi di aver regolarmente pagato il parcheggio, ma il biglietto non è stato esposto correttamente, è fondamentale conservare la prova del pagamento: ricevute, estratti conto bancari o screenshot dell’app. Questi documenti possono dimostrare la regolarità del pagamento e consentire la revoca della multa.
Oltre alle questioni tecniche legate al parcheggio, numerosi errori formali nel verbale possono rappresentare la base per la contestazione. Ad esempio, la mancanza di dati essenziali come la targa del veicolo, la data, l’ora o il luogo esatto della violazione può rendere la multa nulla. Anche un errore nella descrizione dell’auto, come un modello sbagliato o un colore diverso, può essere motivo di annullamento.
Inoltre, la multa può essere contestata se si dimostra che il veicolo è stato parcheggiato in modo corretto, ma la sanzione è stata elevata per un errore dell’agente o del sistema di controllo automatico. In questo senso, la testimonianza di testimoni o la presenza di fotografie a supporto possono fare la differenza.
Un’altra situazione rilevante riguarda il parcheggio in aree riservate ai residenti o a particolari categorie. Se non è chiaramente segnalata la restrizione o se il veicolo è autorizzato a sostare in quell’area (ad esempio, possessori di permessi), la multa può essere invalidata.
Per opporsi a una multa, è indispensabile presentare un ricorso formale entro i termini stabiliti dalla legge, che generalmente sono 60 giorni dalla notifica della sanzione. Il ricorso può essere effettuato presso il giudice di pace competente o, in alcuni casi, direttamente all’ente che ha emesso la multa.
Nel ricorso è fondamentale esporre chiaramente i motivi della contestazione, allegando tutte le prove documentali disponibili, come fotografie, ricevute, testimonianze e ogni altro elemento utile a dimostrare l’assenza di responsabilità.
È importante ricordare che, in caso di rigetto del ricorso, si può comunque procedere con un ulteriore grado di giudizio, ma è consigliabile valutare attentamente la fondatezza delle proprie ragioni per evitare ulteriori spese.
Infine, in caso di pagamento entro 5 giorni dalla notifica, è possibile usufruire dello sconto del 30% sull’importo della multa, ma questa opzione è valida solo quando si è certi della propria responsabilità o si preferisce evitare lungaggini burocratiche.
L’attenzione ai dettagli e la conoscenza dei propri diritti sono fondamentali per affrontare con successo una sanzione sulle strisce blu. Verificare sempre la correttezza del verbale, la presenza della segnaletica e conservare ogni prova di pagamento può fare la differenza tra pagare una multa ingiusta o contestarla efficacemente.