Una tassa obbligatoria per tutti sulla patente? Perché c’è un costo da 250 euro l’anno: cosa sta succedendo.
Una novità importante riguarda tutti i titolari di patente di guida in Italia: da quest’anno è obbligatorio versare una tassa annuale di 250 euro collegata al documento di guida.

Questa misura ha suscitato un ampio dibattito tra gli automobilisti, soprattutto tra gli over 70, per i quali le visite mediche di controllo rappresentano un requisito fondamentale per il rinnovo della patente.
La tassa obbligatoria per il rinnovo della patente
Con l’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada a dicembre 2024, che ha introdotto regole più rigide e sanzioni più severe per i conducenti, è stata anche istituita una tassa fissa di 250 euro da pagare annualmente per garantire la validità della propria patente. Non si tratta di una sanzione legata a infrazioni, ma di un importo obbligatorio legato alle procedure di verifica della idoneità alla guida, in particolare per chi ha superato una certa età. La misura è stata adottata soprattutto per coprire i costi delle visite mediche periodiche, che per legge devono essere effettuate per confermare l’idoneità psicofisica alla guida.
Per i conducenti tra i 18 e i 50 anni, il rinnovo della patente avviene ogni 10 anni, mentre per chi ha superato i 60 anni la frequenza si riduce progressivamente fino a ogni 3 anni per gli over 70. È proprio questa fascia di età, più soggetta a controlli sanitari, a essere maggiormente interessata dal nuovo onere economico. Secondo quanto riportato dal sito TeleradioSciacca.it, i conducenti oltre i 70 anni devono sottoporsi a visite mediche più frequenti, ogni tre anni, per poter rinnovare la patente. In caso di parere negativo da parte della commissione medica, è prevista la possibilità di presentare ricorso, ma la procedura comporta ulteriori spese.
Chi vede negato il rinnovo da parte della commissione sanitaria deve sostenere un secondo controllo presso la direzione sanitaria di RFI (Rete Ferroviaria Italiana). In questo caso, però, il costo della visita, pari a circa 250 euro, è a carico del cittadino. Questo aggravio rappresenta un impegno economico significativo, soprattutto considerando che si tratta di una fascia di popolazione che spesso deve già affrontare spese sanitarie ricorrenti. La normativa prevede però la possibilità di contestare la decisione negativa: si può infatti presentare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) entro 60 giorni dalla notifica, oppure, in casi più complessi, un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica entro 120 giorni.

Questi strumenti permettono di tutelare i diritti dei conducenti che ritengano ingiusto il diniego del rinnovo. La nuova tassa obbligatoria di 250 euro per la visita medica al rinnovo della patente ha provocato un certo malcontento tra gli italiani, soprattutto tra gli anziani. Molti lamentano il peso economico aggiuntivo, che si somma a quello di altri controlli sanitari necessari con l’avanzare dell’età. Va sottolineato che il passaggio dalla vecchia patente cartacea al formato plastificato ha già rappresentato un cambiamento significativo nella gestione del documento di guida.
Ora, con l’introduzione di questa tassa fissa annuale, la gestione amministrativa e sanitaria della patente si fa ancora più complessa e onerosa. Le autorità, dal canto loro, difendono la misura come necessaria per garantire la sicurezza sulle strade e assicurare che tutti i conducenti mantengano i requisiti psico-fisici necessari per guidare in sicurezza. Tuttavia, il dibattito resta acceso e si attendono ulteriori sviluppi e possibili interventi normativi per mitigare l’impatto economico di questa nuova tassa sui cittadini più anziani.