Nel panorama digitale italiano, il fenomeno dello sharenting continua a registrare una crescita significativa, con un impatto sempre più rilevante sulle dinamiche familiari e legali.
Questo termine, che indica la condivisione eccessiva da parte dei genitori di immagini e informazioni dei propri figli sui social media, sta diventando oggetto di controversie e di denunce, in particolare tra genitori separati.

Negli ultimi anni, la pratica dello sharenting ha coinvolto un numero crescente di famiglie italiane, portando con sé conseguenze non solo di natura privata ma anche legale.
Lo sharenting: un fenomeno in espansione e le sue implicazioni legali
Secondo dati aggiornati, sono aumentate sensibilmente le segnalazioni e le denunce tra genitori separati proprio per la pubblicazione non autorizzata di contenuti riguardanti i figli minori. La condivisione indiscriminata sui social network, spesso motivata dal desiderio di mostrare momenti di vita quotidiana o traguardi raggiunti, può infatti trasformarsi in un terreno di conflitto, soprattutto quando uno dei genitori si oppone alla diffusione.

La tutela della privacy dei minori è diventata un tema centrale nel dibattito pubblico e giuridico. La legge italiana prevede che ogni genitore debba rispettare il diritto all’immagine e alla riservatezza dei figli, evitando di esporli a rischi di sfruttamento o di violazione della loro dignità. Nel contesto delle separazioni, la gestione del consenso sulla pubblicazione dei contenuti si fa ancora più delicata, poiché entrambi i genitori dovrebbero concordare ogni azione che coinvolga i minori.
Il numero di denunce relative allo sharenting è in aumento, con un’incidenza significativa tra genitori separati che si trovano in disaccordo sulla corretta esposizione pubblica dei figli. Le segnalazioni riguardano principalmente la diffusione di immagini e video senza il consenso dell’altro genitore, fenomeno che può sfociare in procedimenti giudiziari per violazione della privacy e del diritto all’immagine dei minori.
Le autorità italiane, comprese le forze dell’ordine e i tribunali, hanno intensificato l’attenzione su questa problematica, adottando misure volte a garantire la protezione dei minori nell’ambito digitale. Inoltre, esperti in diritto della famiglia e privacy sottolineano l’importanza di un approccio responsabile da parte dei genitori, invitandoli a riflettere sulle possibili conseguenze di una condivisione incontrollata.
L’intervento del legislatore e degli organismi di tutela mira a definire linee guida chiare per regolamentare lo sharenting, promuovendo una cultura della consapevolezza digitale che salvaguardi i diritti dei bambini. La collaborazione tra genitori, educatori e professionisti del settore è considerata essenziale per prevenire situazioni di abuso e garantire un ambiente online sicuro per i più piccoli.
In un contesto in cui la tecnologia è sempre più presente nella vita quotidiana, diventa necessario per i genitori adottare strategie attente e responsabili nella gestione della visibilità dei figli sui social media. Tra i suggerimenti principali vi è la necessità di ottenere sempre un consenso condiviso, soprattutto dopo una separazione, evitando di pubblicare contenuti che possano ledere la privacy o creare conflitti.
È inoltre consigliabile limitare la quantità di informazioni personali condivise e utilizzare impostazioni di privacy rigorose per controllare chi può accedere ai contenuti pubblicati. Alcuni esperti suggeriscono anche di educare i figli stessi all’uso consapevole del web, preparando così una generazione più attenta ai rischi e alle opportunità del mondo digitale.
Il dibattito sullo sharenting evidenzia come la tecnologia, pur offrendo strumenti di condivisione e comunicazione, richieda una gestione equilibrata che tuteli i diritti fondamentali dei minori. Nel quadro normativo e sociale italiano, la sensibilizzazione e la formazione rappresentano elementi chiave per affrontare questa sfida in modo efficace e rispettoso.