Dal 2026 bollo auto, cambiano le regole su pagamenti, scadenze ed esenzioni. Tutte le informazioni utili che è necessario conoscere.
Dal 1° gennaio 2026 entreranno in vigore nuove regole per il bollo auto che interesseranno principalmente i veicoli di nuova immatricolazione. Le modifiche sono state introdotte con il diciassettesimo decreto attuativo della riforma fiscale, approvato dal Consiglio dei Ministri su iniziativa dei ministri Giancarlo Giorgetti e Roberto Calderoli. L’obiettivo è semplificare gli adempimenti e adattare la tassazione automobilistica alle esigenze di una maggiore autonomia fiscale regionale, con effetti significativi su scadenze, modalità di pagamento ed esenzioni.

Le principali novità sul bollo auto dal 2026
A partire dal 2026, il pagamento del bollo auto per i veicoli immatricolati dal 1° gennaio dovrà avvenire in un’unica soluzione, entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di immatricolazione. Questa è la modifica più rilevante, che stravolge la tradizionale scadenza fissa annuale per tutti gli automobilisti, introducendo invece una scadenza personalizzata. Per esempio, un’auto immatricolata a marzo 2026 dovrà pagare il bollo entro il 30 aprile dello stesso anno e, negli anni successivi, sempre entro lo stesso mese di marzo.
Un elemento di rilievo è la scomparsa della possibilità di rateizzare il pagamento per i nuovi veicoli, abolendo le tradizionali dilazioni semestrali, trimestrali o quadrimestrali. Le Regioni potranno però, a loro discrezione, concedere la rateizzazione solo per specifiche categorie, come i mezzi aziendali o quelli ecologici, ma senza obbligo. Questa norma mira a garantire la certezza del gettito e a semplificare la gestione fiscale a livello locale.

Per i veicoli immatricolati prima del 2026, invece, restano in vigore le regole attuali, salvo decisioni differenti da parte degli enti regionali.Una novità di particolare rilievo riguarda il pagamento del bollo anche per i veicoli soggetti a fermo amministrativo o giudiziario. Fino ad ora, in base a una sentenza della Corte Costituzionale del 2017, tali mezzi erano esentati dal versamento della tassa. Con le nuove disposizioni, il fermo non sarà più considerato causa di indisponibilità del veicolo e pertanto non potrà costituire motivo di esenzione.
Questa misura è stata pensata per evitare che i proprietari utilizzino il fermo amministrativo come pretesto per eludere il pagamento, anche se il veicolo continua a circolare. L’articolo 5 del decreto legge 953/1982 stabilisce infatti che il tributo è dovuto in quanto legato al possesso del mezzo e non alla sua effettiva circolazione.
Cambiamenti nel caso di passaggio di proprietà
Un’altra importante modifica riguarda la determinazione del soggetto responsabile del pagamento del bollo in caso di vendita del veicolo nel mese di scadenza. Attualmente il versamento spetta a chi è proprietario il giorno della scadenza. Dal 2026, invece, sarà obbligo del proprietario registrato il primo giorno del periodo d’imposta, indipendentemente dal momento in cui avviene la vendita.
Questo meccanismo elimina ambiguità e potenziali contenziosi tra venditore e acquirente. Ad esempio, se un’auto viene venduta a maggio ma la scadenza è entro lo stesso mese, il bollo sarà a carico del vecchio proprietario, semplificando la gestione fiscale e amministrativa.
Le Regioni manterranno la piena autonomia nella definizione di aliquote, esenzioni e sconti, inclusi quelli per veicoli ecologici come GPL e metano. Il calcolo del bollo continuerà a basarsi sulla potenza del motore espressa in kilowatt e sulla classe ambientale del veicolo, secondo i parametri già vigenti.
Anche il superbollo, la tassa aggiuntiva per i veicoli con potenza superiore a 185 kW, resta confermato senza modifiche.