Ticket di 2 euro in farmacia : bisognerà pagarlo. Ecco tutti i dettagli della nuova misura che suscita tante polemiche.
Nel contesto attuale di crescente difficoltà economica per molti cittadini italiani, arriva una nuova misura che ha acceso un acceso dibattito: il pagamento di un ticket d’ingresso di 2 euro per accedere al servizio di riscossione dei ticket sanitari in farmacia. Questa novità, inserita in un decreto recentemente firmato, interessa diverse regioni italiane e comporta una spesa aggiuntiva per chi sceglie di usufruire dei servizi farmaceutici per il pagamento delle prestazioni sanitarie prenotate.

Il ticket d’ingresso in farmacia: cosa cambia per i cittadini
Dal 12 maggio 2025, alcune regioni italiane hanno introdotto una quota di partecipazione pari a 2 euro a carico del cittadino per il servizio di riscossione del ticket su prestazioni sanitarie prenotate, qualora il pagamento venga effettuato direttamente in farmacia. È importante sottolineare che il servizio di prenotazione delle visite mediche rimane gratuito: la novità riguarda esclusivamente chi decide di pagare il ticket presso la farmacia, evitando così gli sportelli del CUP o le casse ospedaliere.
Questa misura, pensata probabilmente per sostenere il sistema sanitario in un momento di difficoltà economica e di tagli ai fondi, ha però immediatamente sollevato critiche da parte dei farmacisti, che denunciano come questa scelta crei una disparità di trattamento tra i cittadini: chi paga in farmacia deve sostenere un costo aggiuntivo, chi invece si rivolge ad altri canali no. In questo senso si è espresso un rappresentante dei farmacisti: “Così si viene a creare una disuguaglianza tra noi e i CUP o le casse ospedaliere. Se vieni da noi paghi due euro, altrimenti no. Non è giusto. Ci dobbiamo mettere noi la faccia per conto di altri…”.

Non è solo il servizio di riscossione a generare discussioni, ma anche l’introduzione di un ticket da 2 euro per ogni confezione di farmaco acquistata in farmacia, con un tetto massimo di 4 euro per ricetta, applicato dal 2 maggio 2025 in alcune regioni. Ciò significa che:
- Acquistando una confezione di farmaco, si paga 2 euro di ticket.
- Acquistando due confezioni si pagano 4 euro.
- Acquistando tre o più confezioni, il costo massimo resta di 4 euro per ricetta.
Tuttavia, il pagamento di questo ticket non è universalmente obbligatorio. Sono infatti previste esenzioni specifiche per categorie di cittadini, come persone con determinate patologie, condizioni di reddito basso o invalidità riconosciuta. Questa misura mira a contribuire al contenimento della spesa farmaceutica pubblica, ma rischia di gravare ulteriormente sulle famiglie con difficoltà economiche e sulle fasce più vulnerabili.
Il contesto economico e sanitario in Italia: un sistema sotto pressione
Negli ultimi anni, l’Italia ha attraversato un periodo di forte tensione economica e sociale, con un incremento generalizzato dei costi che ha coinvolto anche la sanità pubblica. Pur essendo uno dei pochi Paesi europei a garantire l’accesso alle cure a tutti i cittadini indipendentemente dalla loro situazione economica, il Servizio Sanitario Nazionale si trova oggi a dover fronteggiare tagli ai fondi, cancellazioni di incentivi e crescenti difficoltà operative.
La richiesta di un ticket d’ingresso per servizi come il pagamento dei ticket sanitari in farmacia è quindi sintomatica di una crisi più ampia. Gli italiani, già provati dai rincari su beni di prima necessità e tasse, si trovano a dover pagare anche per accedere a servizi fondamentali per la salute.
Inoltre, l’introduzione del ticket sulle ricette farmaceutiche rischia di ridurre ulteriormente la capacità di cura dei cittadini, soprattutto di chi si affida esclusivamente al SSN per le proprie terapie. Il dibattito sulla possibile privatizzazione di alcuni servizi sanitari si riaccende, dividendo l’opinione pubblica tra chi invoca la tutela del sistema pubblico e chi sostiene la necessità di riforme e contributi maggiori da parte degli utenti.