Come allontanare vespe ed api con un metodo semplice ed efficace: ci vogliono solo pochi secondi e il problema è risolto.
L’estate è sinonimo di giornate all’aria aperta, pranzi in giardino e, inevitabilmente, di incontri ravvicinati con vespe e api che spesso disturbano momenti di relax come picnic o pranzi in spiaggia. Come fare allora per convivere serenamente con questi insetti senza rischiare punture o panico? La professoressa Seirian Sumner, esperta di ecologia comportamentale presso la University College London, propone metodi semplici ma efficaci per allontanare vespe e api, garantendo un’estate all’aperto senza fastidi.

Come evitare il panico e allontanare le vespe dal picnic
Secondo la professoressa Sumner, la prima regola d’oro è mantenere la calma. Contrariamente alla credenza popolare, correre o agitarsi non solo è inutile, ma può essere pericoloso: per la vespa, infatti, movimenti rapidi e agitati sono interpretati come minacce, scatenando una reazione aggressiva. È importante quindi evitare sventolii, urla o tentativi di schiacciare l’insetto, poiché una vespa in pericolo rilascia feromoni che possono attirare altre vespe in modalità difensiva.
Inoltre, tenere la bocca chiusa e respirare lentamente è fondamentale. Le vespe percepiscono attraverso il biossido di carbonio espirato segnali di pericolo, e quindi respirare affannosamente può aumentarne l’attenzione nei confronti dell’uomo.

Un trucco semplice ed efficace consiste nel preparare un’“offerta” di cibo distante dalla tavola principale. Se, ad esempio, la vespa è attratta da marmellata o un pezzetto di prosciutto, è sufficiente posizionare una piccola porzione lontano dal gruppo di persone. In questo modo l’insetto si concentrerà su quella zona, lasciando in pace il resto del picnic. Spostando gradualmente questa offerta sempre più lontano, si riduce ulteriormente il rischio di disturbo.
È importante ribadire che vespe e api non sono solo fastidiosi insetti da evitare, ma anzi svolgono ruoli fondamentali nell’ecosistema. Le vespe, spesso accusate ingiustamente di aggressività, sono predatori naturali di molti insetti dannosi per l’agricoltura e contribuiscono all’impollinazione. Le api, dal canto loro, sono insostituibili per la produzione di miele e per la biodiversità.
La convivenza pacifica con questi insetti si basa sulla comprensione dei loro comportamenti e bisogni naturali. Ad esempio, la presenza di vespe alla ricerca di proteine indica che stanno nutrendo le larve, mentre se si interessano solo a zuccheri significa che la colonia è probabilmente in fase avanzata del ciclo stagionale.
Il ruolo dell’acido ossalico in apicoltura: un approfondimento tecnico
Parallelamente alla gestione delle vespe in ambiente domestico, in ambito apistico si utilizza un prodotto fondamentale per la salute delle api: l’acido ossalico. Questo composto è impiegato soprattutto per il trattamento della varroa, un parassita che minaccia le colonie di api. La soluzione di acido ossalico deve essere preparata con attenzione, rispettando proporzioni precise di zucchero e acqua distillata per garantire efficacia e sicurezza.
Gli apicoltori esperti suggeriscono di effettuare il trattamento con acido ossalico in assenza di covata, preferibilmente tra fine ottobre e inizio novembre, quando le api sono più concentrate all’interno dell’alveare e la presenza di varroa è maggiore. È fondamentale evitare trattamenti ripetuti in tempi troppo ravvicinati per non danneggiare le api stesse.
L’ossalico gocciolato, metodo più diffuso, consiste nel somministrare la soluzione direttamente tra i favi con una siringa, seguendo dosi calibrate in base alla popolazione delle api. Alcuni apicoltori utilizzano anche il sublimatore, che permette di vaporizzare l’acido ossalico, ma richiede strumenti adeguati e condizioni climatiche ottimali per non compromettere l’efficacia del trattamento. Nonostante la sua efficacia contro la varroa, l’uso dell’acido ossalico richiede precauzioni e conoscenze specifiche per evitare effetti negativi sulle api e sull’ambiente.