La Valle Anzasca, con il suo intreccio di natura, storia mineraria e tradizioni walser, rappresenta un vero e proprio scrigno di tesori culturali.
Nel cuore delle Alpi Pennine italiane, la Valle Anzasca rappresenta un patrimonio storico e naturale di straordinario valore.

Un tempo uno dei più importanti giacimenti d’oro d’Europa, oggi la valle si è trasformata in un luogo di grande interesse turistico, dove si intrecciano memorie antiche, paesaggi mozzafiato e tradizioni culturali uniche.
La storia affascinante del giacimento d’oro della Valle Anzasca
La Valle Anzasca, situata nelle province di Verbano-Cusio-Ossola, è stata fino alla metà del XX secolo un centro nevralgico per l’estrazione dell’oro. Con una rete di gallerie minerarie estesa per circa 60 chilometri e un giacimento di almeno 20 chilometri quadrati, rappresentava una delle risorse aurifere più vaste d’Europa. Tuttavia, il tragico incidente del febbraio 1961, che causò la morte di quattro minatori a causa di un’esplosione di dinamite, segnò la fine dell’attività estrattiva.
Le origini dell’estrazione risalgono addirittura all’epoca romana, quando i primi filoni d’oro venivano ricavati dai fiumi e dai terrazzamenti della valle. L’attività crebbe nel corso dei secoli, ma fu solo nell’Ottocento, con l’ingresso di capitali stranieri, che la zona assunse una connotazione industriale moderna. Oggi, le miniere dismesse sono diventate musei e siti turistici che raccontano la storia di questa antica industria e permettono ai visitatori di immergersi nella vita dei minatori e nelle tradizioni locali.
La Valle Anzasca oggi: un connubio tra natura, cultura e turismo
Estendendosi per 30 chilometri a ovest della Val d’Ossola, con un dislivello superiore a mille metri che culmina sul Monte Rosa, la Valle Anzasca offre un paesaggio incontaminato e selvaggio, ideale per gli amanti dell’escursionismo e della montagna. I numerosi percorsi trekking, i rifugi e i bivacchi facilitano l’accesso alle alte quote, mentre le aree rurali conservano intatti i segni delle antiche comunità walser, un popolo alpino che ha lasciato una traccia indelebile nella cultura e nell’architettura locale.

Tra le mete principali spicca la miniera d’oro della Guia, presso Macugnaga, prima miniera d’oro delle Alpi e oggi museo che accoglie visitatori interessati a scoprire le tecniche di estrazione e la vita dei minatori.
I sei comuni della Valle Anzasca: borghi ricchi di storia e tradizioni
La valle è composta da sei comuni, ognuno con caratteristiche uniche e luoghi di grande fascino:
- Piedimulera: piccolo borgo di circa mille abitanti con un centro storico ricco di edifici del Sei-Settecento, tra cui il Palazzo Testoni e la Parrocchiale dei Santi Giorgio e Antonio Abate, che conserva affreschi di Lorenzo Peretti.
- Calasca-Castiglione: nato dall’unione di due borghi nel 1928, mantiene le sue caratteristiche originarie. Di rilievo la “cattedrale tra i boschi”, ovvero la Parrocchiale di Sant’Antonio Abate ad Antrogna, e il Santuario della Madonna della Gurva, costruito su un masso a strapiombo.
- Macugnaga: vero fiore all’occhiello della valle, borgo walser ai piedi del Monte Rosa, conserva tradizioni, lingua e architettura tipiche. La Casa Museo Walser di Borca custodisce reperti storici della comunità. In inverno è rinomata per 35 chilometri di piste sciistiche e in estate per escursioni e alpinismo.
- Bannio Anzino: formato da due paesi, Bannio e Anzino, il primo con la chiesa di San Bartolomeo e il suo storico campanile, il secondo noto per il santuario dedicato a Sant’Antonio da Padova e come luogo natale dell’architetto Ludovico Quaroni.
- Vanzone con San Carlo: comune nato nel 1875, presenta reperti archeologici di epoca romana. La chiesa di Santa Caterina d’Alessandria è famosa per la porta in noce scolpita, mentre la torre di Battiggio, detta “dei Cani”, è una testimonianza storica della valle. Qui si trova anche la miniera dei Cani, un sito minerario abbandonato e una sorgente di acqua minerale dalle proprietà terapeutiche.
- Ceppo Morelli: il più piccolo comune della valle, offre la chiesa di San Giovanni Battista con un pulpito settecentesco e la frazione Mondelli, dove si trova la Casa degli Specchi, dimora signorile dalle pareti interamente specchiate.