Elio e le Storie Tese, il triste dramma del cantante: la malattia entrata a casa sua

Elio ha voluto parlare dell’autismo di suo figlio Dante, protagonista sul palco durante un concerto delle Storie Tese.

 

Circa un mese fa, durante il Concertozzo di fine sfiga tenutosi a Bergamo per raccogliere fondi a sostegno dei profughi ucraini, il pubblico ha potuto godersi di nuovo l’esibizione di Elio e Le Storie Tese, riuniti per l’occasione benefica. La risposta da parte del pubblico è stata ovviamente altissima, con circa diecimila persone ad assistere all’evento e a portare la propria solidarietà ai rifugiati. Sul palco, oltre alla celebre band, è stato protagonista anche il figlio di Elio, Dante.

elio dante

Il ragazzo, che ha compiuto 12 anni, ha voluto lanciare un messaggio utilizzando tanta simpatia, che sembra essere davvero una caratteristica di famiglia.

Sono autistico e ne vado fiero – ha detto il giovane Dante – Godetevi lo spettacolo, ma per favore rispettate le persone autistiche“.

Qualche mese prima era stato lo stesso Elio in un’intervista a raccontare i particolari dell’autismo di Dante, sottolineando come in Italia ci si trovi ancora molto indietro su questo tema: la strada da fare è ancora lunghissima.

“In Italia esistono poche figure specializzate”

elio storie

Ci dicevano che bisognava aspettare i 3 anni. Ma già a un anno i segnali dell’autismo possono essere tanti – ha raccontato il famosissimo artista al Corriere della Sera – Il problema è che esistono poche figure specializzate in grado di intercettarli, per intervenire al più presto. Anche ora che Dante ha 12 anni, dobbiamo noi da casa guidare gli insegnanti di sostegno“.

Esiste una terapia comportamentale che aiuta ragazzi e ragazze autistici a essere inclusi e costruirsi le armi per vivere una vita autonoma e indipendente – ha poi aggiunto Elio – Ma nelle scuole non ci sono le competenze“.

Il cantante ha tenuto a precisare che la sua non è una critica da genitore “inviperito”, ma un messaggio che ha come obiettivo quello di non lasciare indietro chi soffre di autismo.

“Siamo all’anno zero, anzi sottozero”

Penso anche che stiamo lasciando indietro potenziali uomini e donne che domani potrebbero pagare le tasse, piuttosto che essere un costo – le parole di Elio – Dobbiamo avere attenzione a ciò che ci sta attorno; stare attenti agli altri; volerci bene“.

Manca la volontà dello Stato per affrontare, come ha fatto con il Covid, questa malattia che si sta diffondendo – conclude Elio – Siamo ancora all’anno zero. Anzi, sottozero, perché il servizio pubblico non si è ancora messo in moto per sostenere le 600mila persone autistiche che ci sono in Italia“.

Impostazioni privacy