Un Posto al Sole, la drammatica confessione del protagonista: l’estenuante lotta contro il cancro

Un amato protagonista della soap napoletana, Un Posto al Sole, qualche mese fa ha confessato di aver lottato contro un tumore: ecco di chi si tratta

Un Posto al Sole è una delle soap più amate dai telespettatori che dal 1996 seguono con interesse le vicende che accadono a Palazzo Palladini, l’iconico luogo in cui i personaggi intrecciano la loro quotidianità.

Raffaele, Renato e Guido: tre volti noti di Un Posto al Sole (Foto Web)

Un Posto al Sole, inoltre, può anche vantare lo scettro di soap italiana più longeva, diventata con il tempo un punto fermo di Rai 3. Nelle 26 stagioni realizzate, fino a questo momento, si sono susseguiti diversi protagonisti e alcuni attori “in erba” hanno sfruttato la visibilità della soap per spiccare il volo verso una carriera fatta di grandi successi. Un esempio lampante, in tal senso, è Serena Rossi. 

L’attrice napoletana ha recitato in Un Posto al Sole dal 2003 al 2010 interpretando Carmen. Dopo l’addio alla soap la sua carriera è letteralmente decollata, riuscendo anche a spaziare in diversi ambiti: dalla recitazione al doppiaggio, passando per la conduzione di programmi radio-televisivi.

Tra i personaggi storici della soap c’è il portiere di Palazzo Palladini, Raffaele Giordano, interpretato da Patrizio Rispo. L’attore classe ’56, nel 2016, avrebbe dovuto operarsi ad un tumore ma per una strana coincidenza l’intervento fu rimandato.

Un Posto al Sole, Patrizio Rispo: “L’intervento nel 2016…”

Patrizio Rispo, attore napoletano celebre per il ruolo di Raffaele Giordano in Un Posto al Sole (Foto Web)

Patrizio Rispo, ai microfoni de Il Mattino, ha svelato come siano andate effettivamente le cose e ha spiegato il motivo per il quale l’operazione nel 2016 saltò. Le sue parole: “Ho avuto due tumori. Ora mi sento benissimo. La diagnosi è arrivata quando mi chiesero di girare uno spot sulla prevenzione. E da quel giorno sono stato anche io sotto stretta sorveglianza”. 

Sulla mancata operazione nel 2016: “Ero in sala operatoria quando andò via la corrente elettrica. Mi dissero di ritornare la sera, che con i generatori avrebbero potuto procedere. La corrente elettrica, quella sera, non era ancora tornata: lo interpretai come un segnale di mia madre, che non voleva mi operassi in quel modo. Con il senno di poi, posso definirlo un miracolo. L’intervento nel 2016 sarebbe stato invasivo; con il trattamento di eccellenza, possibile grazie ad una nuova apparecchiatura all’avanguardia, non ho avuto alcun tipo di conseguenze. Ma, sottoponendomi regolarmente agli accertamenti, non ho lasciato niente al caso”. 

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