Industria del lusso: Louis Vuitton acquisisce Tiffany a colazione

La più famosa casa di gioielli al mondo è stata acquistata, con un colpo da circa 16 miliardi di euro, dal presidente e CEO di LVMH, Bernard Arnault che è riuscito a strappare il bottino in tempo di pandemia

Si tratta di uno degli affari finanziari più corposi dell’anno. Il brand statunitense dei gioielli conosciuto anche grazie al film del 1961: “Colazione da Tiffany del regista Blake Edwards con Audrey Hepburn e George Peppar, è stato acquisito con un colpo da maestro.

Il tutto grazie alla cifra record di quasi 16 miliardi di euro, e alla maestria del negoziatore,  Bernard Arnault.

Bernard Arnault, presidente e CEO di CEO di LVMH
Bernard Arnault, acquisisce Tiffany per circa 16 miliardi di euro

“E’ stata la più grande acquisizione di sempre”, così è stata definita dal presidente del gruppo LVHM. Bernard Arnault con il suo grande fiuto per gli affari è riuscito a concludere la trattativa partita nel 2019, nonostante fosse stata interrotta dalla brusca frenata economica del Covid-19.

Se il gruppo Luis Vuitton è così forte nel mondo con un fatturato annuo di 53 miliardi di euro e 70 brand: da Bulgari a Dior, da Celine a Givenchy è solo grazie al suo ingegno.

Bernard, è attualmente il terzo uomo più ricco del pianeta. Ha ricevuto spesso critiche dai suoi connazionali, per le sue scelte a volte scellerate. Come quella di aver spostato in Bulgaria alcune industrie dei tanti marchi che possiede.

Il billionaire nella sua vita ha conosciuto tanta gente influente, pensare che una volta Steve Jobs gli disse: “Non so se tra 30 anni la gente comprerà ancora i mie iphone ma sicuramente berranno ancora il tuo Dom Perignon”.

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Il sogno americano della maison Louis Vuitton

Il re del lusso, è voluto a sbarcare anche negli Stati Uniti, aprendo uno stabilimento del lusso in Texas nella Contea di Johnson. La struttura fa parte di un piano del colosso francese per creare mille posti di lavoro in America entro cinque anni.

Alla cerimonia di inaugurazione ha partecipato il presidente ancora in corsa per il secondo mandato Donald Trum, che lo definì un visionario del campo e a fine conferenza disse: “conosco bene Louis Vuitton, mi è costata un sacco di soldi”.

 

L’apertura della holding francese segna anche l’impegno di Louis Vuitton nella formazione di professionisti della supply chain della pelletteria.

In America, Lvmh aveva già due siti produttivi, aperti però molto tempo fa. Il colosso francese  ha chiuso i suoi primi nove mesi d’esercizio con ricavi che hanno toccato quota 38,39 miliardi di euro, cioè in crescita del 16%.

 

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