Il governo non ci sta capendo nulla: i dati di Altamedica sui contagi

Dati che parlano di una crisi imminente ed un governo che sembra essere ormai allo sbando sotto questo punto di vista.

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Conte (web source)

I numeri parlano chiaro: grave difficoltà per il governo nella gestione dell’emergenza sanitaria da Coronavirus in questa seconda fase. Il futuro è più nebuloso che mai, potrebbe esserci la nuova chiusura generalizzata che porterebbe la popolazione ad una crisi di nervi. L’economia in ginocchio, le restrizioni asfissianti ed un anno che accinge a chiudersi quindi nel peggiore dei modi possibili.

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Ed ora sembra arrivare addirittura una beffa a tal proposito. I dati proposti da Altamedica sui contagi danno un report generale su dove si sia “divenuti positivi“. E le risposte vanno in direzione diametralmente opposta a quanto viene quotidianamente deciso dallo Stato centrale. Andiamo quindi ad analizzarli nel dettaglio, partendo dal presupposto che ciò non sembra poter cambiare nulla ai fini del prossimo Dpcm in programma per il premier Conte.

Governo: chiuse le attività, ma la situazione è ben diversa

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Conte (web source)

Il lockdown ci aiuterà ad uscire dalla situazione emergenziale? La risposta al momento non ce l’ha praticamente nessuno. Il Tempo, che si premura di prendere in considerazione i dati studio scientifico presentato da Claudio Giorlandino, direttore sanitario di Altamedica, su La7, ci aggiorna sulla situazione attuale. Dati statistici, ma conseguentemente possono dare indicazione sulla stato dell’emergenza sanitaria in Italia.

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Il Governo non ha infatti considerato che secondo quanto riportato dal report, il 97% dei contagiati non aveva frequentato ristoranti o affermato di aver contratto il virus dopo essere stato all’interno di queste determinate strutture. Dato più o meno identico per i luoghi della cultura, cioè a tal proposito cinema e teatri, che anche sono stati oggetto di questa ricerca. qui la percentuale si ferma al 94%.

Trasporto pubblico, qui c’è il contagio

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I numeri, come pronosticabile da chi vive quotidianamente la città in quanto tale, parlano di trasporti pubblici come mezzo di contagio. Seguendo infatti questa linea, si scopre che il 58% dei casi ha dichiarato di aver utilizzato il trasporto pubblico.

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Dati che sono scientifici, oltre a essere a disposizione di tutti. E la cosa più preoccupante è che il contagio nei mezzi non potrà mai essere individuato, perchè a differenza delle attività come ristoranti e bar, qui non viene chiesta carta d’identità o dati per il rintracciamento. Governo sotto caos? Sembra proprio di sì.

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