Nel nuovo Dpcm a farne le spese è chi ha investito nello sport e soprattutto per farlo in sicurezza, come si andrà ora avanti per palestre e piscine?
A far bene spesso e volentieri si sbaglia. Questa frase celebre potrebbe riassume in breve quanto sta accadendo in Italia con numerose categorie penalizzate dall’ultimo DPCM del Governo. Sembra un paradosso, ma a farne le spese sono quelle attività che maggiormente hanno investito sul futuro.
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In particolar modo si parla di palestre e piscine, le quali hanno speso e investito verso un’attività motoria in sicurezza che potesse permettere ai cittadini di svolgere sport senza rischiare di essere contagiati. Invece, incredibilmente, sono proprio loro a dover chiudere in seguito all’ultimo decreto.
Di poco fa un comunicato del Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, il quale si è espresso proprio in merito alla chiusura di palestre e piscine: “Ho compiuto ogni sforzo possibile per evitare la sospensione delle attività. Purtroppo però non è servito a nulla perché i dati sono peggiorati“.
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Una frase che se analizzato nel complesso sembra non voler dire nulla, visto che il contagio in Italia non è sicuramente collegato alle palestre, o per lo meno i dati al momento non dicono nulla sulla proliferazione del virus e l’attività sportiva svolta in sicurezza. Intanto però c’è ora da ripartire, nuovamente da zero, e con un mese ormai perso e delle misure che mettono in grave crisi tutto il sistema sportivo dilettantistico.
Il più grande paradosso in un paese che stenta a ripartire è la necessità di chiudere le palestre mentre i mezzi di trasporto continuano ad essere affollati. Nessun distanziamento, mascherine spesso e volentieri inesistenti, ed un sistema del trasporto che sicuramente genera più danni rispetto all’attività motoria.
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Ed oltre alle “raccomandazioni” il Governo nulla fa a contrasto di questa problematica, anzi, non viene per nulla citata all’interno del DPCM, in una grande falla che come al solito va a colpire chi invece si è preparato in sicurezza per affrontare l’emergenza. Ed intanto il paese si ferma nuovamente con l’incertezza verso il futuro in un tunnel dove al momento non si vede la luce.
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