Tra moglie e marito: l’incredibile tradizione del duello coniugale, una lotta all’ultimo sangue per risolvere le dispute in famiglia.
Se è vero che “tra moglie e marito non bisogna mettere il dito”, lo è altrettanto dire che spesso e volentieri le dispute famigliari possono prendere davvero una brutta piega.
A tal proposito, la cronaca è piena di notizie di discussioni tra coniugi e non solo finite nel peggiore dei modi. Ma avete mai sentito parlare del duello coniugale? A quanto pare, si tratterebbe di una usanza medievale con cui il marito e la moglie erano soliti risolvere legalmente i propri screzi. Quando scoprirete esattamente in che cosa consiste non riuscirete a credere ai vostri occhi.
Forse nessuno ve l’ha mai detto prima d’ora, ma nella Germania del Medioevo per risolvere le dispute tra marito e moglie era in vigore una pratica alquanto bizzarra conosciuta come duello coniugale. Di fatto, i due consorti potevano sfidarsi ad armi pari, combattendo tra di loro in modo da decretare chi dovesse avere la meglio nella controversia. Ma che cosa voleva dire nel concreto “combattere ad armi pari”? In pratica, il marito lottava all’interno di una buca con una mano legata dietro alla schiena, mentre la moglie era libera di muoversi brandendo un sacco di pietre. Strano, non è vero? Eppure le cose starebbero proprio così. Come infatti si può leggere in un libro sulla giustizia medievale dello storico Hunt Janin, nel 1200 in Germania quando marito e moglie avevano uno screzio la questione doveva essere risolta legalmente con un combattimento all’ultimo sangue strutturato come un processo a tutti gli effetti. In questo senso, durante il duello si dovevano rispettare delle regole ben precise ed erano presenti anche il pubblico ed un arbitro. Ovviamente, vinceva la sfida chi riusciva a mettere il coniuge al tappeto.
Hunt Janin all’interno del suo libro racconta di un duello coniugale svoltosi a Berna, in Svizzera, nel 1228 e conclusosi a favore della moglie. In quella occasione, il marito era armato con dei randelli di legno, ma era posizionato all’interno di una buca con una mano legata dietro alla schiena. La moglie, invece, era libera di muoversi ed aveva tre rocce avvolte in una tela.
Ogni volta in cui l’uomo toccava il bordo della buca si doveva disfare in un randello; se la donna lo colpiva mentre il coniuge stava compiendo questa azione doveva privarsi di una delle sue pietre. Chi veniva sconfitto era poi condannato a morte. Insomma, in questo modo non c’era via d’uscita: il conflitto doveva necessariamente risolversi a favore di uno dei due consorti.
Articolo di Veronica Elia
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