L’attore Paolo Conticini in lacrime in televisione non è mai riuscito a dire ti voglio bene ad una persona importante. Ecco di chi si tratta, i dettagli e le curiosità
Paolo Conticini, classe 1969 è un attore italiano noto per aver partecipato a numerosi cinepanettoni insieme a Christian De Sica e Massimo Boldi. Il suo volto è apparso anche in una delle fiction Rai più seguite dal pubblico, Provaci ancora prof insieme a Veronica Pivetti.
Dopo essere approdato nel mondo della moda, lavorando come modello, a 23 anni conosce Christian De Sica e insieme all’attore partecipa a numerosi film sia per il cinema che per la televisione: il primo film con De Sica è stato Uomini, Uomini, Uomini ne 1995 con la regia di Neri Parenti. Per la televisione partecipa alla fiction Provaci ancora prof dal 2005 al 2017, dove interpreta il commissario vice questore Gaetano Berardi che, oltre risolvere i casi, cerca di conquistare il cuore della professoressa interpretata da Veronica Pivetti.
Per quanto riguarda la sua vita sentimentale, egli è legato a Giada Parra, con il quale ha una relazione intrapresa diversi anni prima del matrimonio. Ha svelato in una intervista che il rapporto dopo le nozze non ha mai cambiato nulla tra di loro, se non rafforzare il loro legame; le nozze pe i due hanno rappresentato una vera e propria formalità. La moglie di Paolo, Giada è una modella e ha calcato le passerelle di tutto il mondo, appare sui social come una donna semplice amante dei viaggi e della natura.
Ha svelato al programma condotto da Serena Autieri, Dedicato, di non aver mai rivelato ad una persona molto importante per lui il bene che gli voleva: si tratta di suo nonno.
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Durante il programma condotto da Serena Autieri, Dedicato, l’attore Paolo Conticini si è lasciato andare ad alcune confessioni che riguardano una persona molto importante e che ha fatto parte della sua vita, suo nonno.
L’argomento è anche stato affrontato nel suo libro “Ho amato tutto” ed egli ha dichiarato: “E’ un libro a cui ci lavoro da tanti anni ma che ho sfornato da poco. Nel mio libro parlo di mio nonno perché è grazie a lui che ho unito la catena di tutte quelle cose che ho scritto, non sapevo come unirle, quindi mi sono inventato un dialogo con mio nonno, in cui io vado sulla sua tomba e gli dico tutte le cose che non sono mai riuscito a dirgli perché pensavo come certe cose fra uomini non si potessero dire, ad esempio “ti voglio bene”, io non sono mai riuscito a dirglielo. Lo vedevo come una figura grandissima da ascoltare, imitare, seguire, ho tralasciato cose per cui poi quando sono cresciuto ho avuto un po’ di rimorso”.
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