Come vengono tassati i Bitcoin in Italia? Scopriamolo nel dettaglio.
Il mercato dei Bitcoin ha ormai preso piede anche in Italia. La valuta digitale ha acquistato un valore pari a 50000 euro e sono molte le attività commerciali che hanno deciso di introdurlo nei metodi di pagamento disponibili per la clientela.
Ricordiamo, ad esempio, un albergo in Emilia Romagna che consente a chi vi alloggia di pagare il pernottamento in Bitcoin. Ma non è tutto, a Roma è nato il primo Coinbar, un bar dove oltre a consumare bevande o cibo, è possibile pagare solo ed esclusivamente in valute virtuali.
L’Agenzia delle Entrate ha trovato non poche difficoltà nel cercare di regolare la tassazione su queste monete. I Bitcoin, infatti, nati nel 2008, sono valute che non hanno un ente centrale che ne regoli lo scambio o il trasferimento. Per questo motivo, l’Agenzia l’ha definita una moneta alternativa a quella tradizionale.
Le criptovalute hanno due caratteristiche: non sono monete visibili su supporto fisico e funzionano grazie a codici crittografici. Un utente può acquistarne qualcuna se ha effettuato un acquisto da altri con moneta legale, oppure li ha accettati in cambio di un bene o servizio. Infine, può essere conservata su un portafoglio digitale, il cosiddetto wallet.
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Essendo delle vere e proprie prestazioni di servizio, i Bitcoin sono soggetti a imposizione dell’IVA, seppur si tratti di una prestazione a titolo oneroso e vengano usati come metodi alternativi ai metodi di pagamento legali. Ma non è tutto: la criptovaluta è soggetta anche a IRPEF e IRAP.
L’IRPEF è l’imposta di reddito sulle persone fisiche e si calcola per scaglioni. In generale, sono rilevanti ai fini IRPEF tutte le operazioni a patto che la giacenza dei depositi e conti del contribuente sia superiore a 51645,69 euro. Se il contribuente italiano intrattiene rapporti finanziari con un intermediario estero, vige la regola di dichiarare il possesso delle monete virtuali per la dichiarazione dei redditi.
Inoltre, concorrono anche a formare il reddito imponibile ai fini dell’IRAP, l’imposta regionale sulle attività produttive, e devono essere valutate secondo il tasso di cambio in vigore al momento della chiusura dell’esercizio.
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