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Un anno dal primo lockdown, cosa non ha funzionato?

Abbiamo appena superato un anno dal primo lockdown e ci si chiede che cosa abbiamo sbagliato per ritrovarci ancora a rischio chiusure.

Piazza del Duomo, a Milano, deserta (GettyImages)

Un anno fa, il 9 marzo 2020, è iniziato uno dei periodi più brutti della nostra era. Erano passate poche settimane dal primo contagio da Sars-Covid-2 in Italia. In quel periodo, l’allora presidente del consiglio, Giuseppe Conte, decretò il primo lockdown nel nostro paese.

Oggi, a distanza di un anno, la situazione è ancora in fase di emergenza. I contagi hanno ripreso a salire, non appena si sono riaperte le attività in varie regioni. Il rischio di un altro pauroso lockdown è imminente e sicuramente c’è stato qualche errore nella gestione della pandemia. L’unica regione che è riuscita ad ottenere l’agognata zona bianca è stata la Sardegna, mentre nel resto della penisola proseguono gli alti e bassi nel numero dei contagiati.

Qualcosa non è andata nel verso giusto ad un anno dal primo lockdown

Sanificazione di un cinema in China (GettyImages)

In alcune dichiarazioni rilasciate dalla direttrice, in Florida, dell’One Health Center of Excellence, Ilaria Capua, si evincono molti spunti. Secondo l’esperta in virologia, la situazione sarebbe potuta essere contenuta se, chi amministrava l’Italia nel periodo dei  primi segnali di pandemia, fosse corso immediatamente ai ripari con un lockdown. Effettivamente, dai primi contagi provenienti dalla Cina, erano molti i politici scettici. Ad esempio, c’è da ricordare le parole del leader leghista Salvini che, in alcune dichiarazioni, invitava gli stranieri a fare visita all’Italia.

“Abbiamo fatto bene ad attuare le restrizioni non appena si è capita la difficoltà di contenimento. Nel caso contrario, avremmo avuto un numero di contagiati ingestibile per le strutture sanitarie italiane e un numero di morti impressionante”, dice la ricercatrice.


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Il vaccino è un arma letale per poter contrastare il Coronavirus

La virologa Ilaria Capua (Web source)

Secondo Ilaria Capua, la lotta al virus deve obbligatoriamente passare dal vaccino. “Un errore è stato non riconvertire i siti produttivi dei vaccini. In quel modo la risposta alla richiesta di forniture sarebbe stata rapida”.

Ad ora, un altro problema, secondo l’esperta, deriva dalla lentezza della burocrazia in Italia. “Nei paesi che sono all’avanguardia, sul tema della vaccinazione, basta una semplice firma per mettere le dosi in circolo”, conclude la presidentessa.

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