Covid e commercio: come la pandemia ha influenzato le nostre abitudini

Covid e commercio: qual è il legame tra le due realtà? Come la pandemia ha influenzato le nostre abitudini d’acquisto e di vendita? Il mondo rivoluzionato all’epoca del Coronavirus.

Il Coronavirus ha modificato quasi ogni aspetto delle nostre vite.

La pandemia è un pensiero pesante anche quando siamo tra le mura di casa.

Addirittura quando, a lockdown finito, siamo andati a comprarci un bel vestito dopo tanto tempo, qualcosa era cambiato.

Questo perchè anche il commercio ha subito grandi ripercussioni a causa della pandemia.

Il modo di vendere e comprare è diverso dall’era pre-Covid.

Dagli equilibri macro economici fino alle peculiarità della vendita al dettaglio hanno accusato il contraccolpo del virus.

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Cosa ha modificato la pandemia:

La pandemia la viviamo sulla nostra pelle da oltre 10 mesi. I suoi effetti umani, sanitari ed economici sono drammatici e sotto gli occhi di tutti.

Ma se dovessimo individuare la cosa che più si è modificata nelle nostre abitudini la risposta sarebbe una e solo una.

Il contatto. Non solo il contatto tra persone, tra familiari, colleghi e amici.

Ma anche toccare le cose, le maniglie dei mezzi di trasporto, i prodotti di un supermercato, i capi d’abbigliamento in un negozio, i soldi per pagare il pane al panificio.

E come potete vedere gli esempi qui citati coinvolgono in larga parte il mondo del commercio, così profondamente segnato dalla pandemia di Covid-19.

L’imposizione del cashless sul contante è sempre più vicina:

Sembra proprio che la pandemia abbia fatto fare un balzo in avanti ai pagamenti cashless, quelli che non prevedono l’uso di contanti.

Si tratta di un passaggio graduale in atto da anni e molto incentivato dalle Istituzioni per fini fiscali e di tracciabilità dei pagamenti.

Un’altra diversità è la spinta che i commercianti hanno avuto nel proporre i propri prodotti, di ogni genere, anche sul web. Il commercio online, l’e-commerce, ha infatti avuto un’impennata davvero importante.

Soprattutto in un Paese poco digitalizzato come l’Italia si tratta di passi avanti che nel futuro, nonostante la tremenda situazione in cui sono stati fatti, potranno essere molto importanti.